È più difficile ascoltare il corpo o tendiamo rimandare nel tempo il nostro benessere?

Spesso si parla dell’importanza di ASCOLTARE IL PROPRIO CORPO.

Molti clienti mi confessano che non lo ascoltano correttamente o non sanno ascoltarlo!

È proprio vero che non lo ascoltano o è una velato modo di scusarsi?

Io penso che quando il corpo vuole farsi sentire, si fa sentire perché ha una voce molto potente: la voce del dolore!

È la voce del fastidio, della stanchezza, della sonnolenza, della svogliatezza. È la voce delle emozioni, delle sensazioni, del malessere generale. È la voce della diminuita capacità o voglia di movimento, la voce della perdita di appetito o della fame nervosa, del volto e degli occhi spenti.

Non solo, il corpo usa perfino la teatralità (psicosomatica) gonfiandoci o rendendoci asciutti, giocando tra pieni e vuoti, colorando il nostro viso di bianco oppure arrossando la nostra pelle qua e là, come se anche il corpo avesse il diritto di irritarsi per tanta nostra poca attenzione. Arriva, perfino, a cambiare la nostra postura, l’espressione stessa del volto e degli occhi, la fisionomia del nostro aspetto (fisiognomica).

Tutte queste cose raramente passano inosservate, ne prendiamo coscienza: non si può fa finta di non sentire un dolore o un fastidio, è che diventiamo abili nel farlo!

Cosa ci impedisce ascoltare il nostro corpo? Cosa ci impedisce di rispondere immediatamente alle richieste del nostro corpo?

È una riflessione che mi pongo spesso. Chi viene nel mio studio è solito sentirsi domandare: da quanto tempo… lei sente questo fastidio? La confessione: un mese, tre mesi, sei mesi, un anno… chi ancora di più.

Tutti, penso, lo sappiamo: più rimandiamo nel tempo un malessere, più esso diventa cronico ed è più complesso toglierlo.

È proprio vero che la vera ragione del non ascolto del corpo non sta nel non ascolto?

Più che a non ascoltare il nostro corpo, noi TENDIAMO A RIMANDARE NEL TEMPO CIÒ CHE DOBBIAMO FARE OGGI!

Non abbiamo sufficiente percezione, quanto sia nefasto e grave il “rimandare nel tempo” ciò che ci chiede “oggi” il nostro corpo e quello che ci chiede è sempre collegato con le nostre esigenze profonde.

Che cosa rende progressivamente debole il nostro corpo fino ad ammalarsi?

Provo a spiegarlo semplicemente.

Quando assumiamo un comportamento innaturale come una postura scorretta da seduti, quando accade un evento traumatico, quando subiamo un incidente involuto, quando ci scontriamo nell’ambiente in cui viviamo con un fattore stressogeno ecc., immediatamente noi ne percepiamo il colpo, il disagio. Il corpo, in mille modi, ci lancia i suoi messaggi di avvertimento. Ma noi, invece di farne tesoro e agire subito per togliere la causa stressante, tendiamo a rimandare nel tempo la soluzione.

Ecco come lo facciamo:

  • Svalutiamo i campanelli di allarme, non diamo loro il peso che meritano.
  • Assumiamo il ruolo di Superman, ci sentiamo forti e bravi nel saper sopportare tutto all’ennesima potenza.
  • Ci sentiamo più responsabili degli altri trascurando noi stessi, per quella idea che senza di noi gli altri sarebbero come persi, noi veniamo sempre dopo nella priorità del tempo e tralasciamo di dare la giusta importanza ai messaggi del nostro corpo, bravi crocirossini, ma medici incapaci di curare se stessi.
  • A causa di una scorretta educazione al dovere e al sacrificio, tendiamo a mettere prima di tutto gli impegni, il lavoro, non ho tempo per… (frase scusante).
  • Per “paura” e chiamare le cose col loro nome, cerchiamo di abbellire ciò che ci spaventa per renderlo meno angosciante, togliendo urgenza, gravità, facendo finta che nulla sia accaduto, non ascoltando i segnali del corpo e … aspettiamo che tutto si risolva come per magia.
  • altro ancora, prova a raccontarlo tu.

Cosa comporta questo RIMANDARE NEL TEMPO: prima o poi ci verrà presentato il conto!

Un problema latente non se ne sta buono a cuccia come il buon fedele cane, la disfunzione, il disequilibrio continuano a lavorare sotto la soglia della nostra coscienza e si complicano proprio grazie al nostro “rimandare nel tempo”.

Sì perché il nostro corpo funziona così.

Il corpo possiede una sapienza meravigliosa interna, grazie alla quale cerca di risolvere ogni stress, trauma, disequilibrio. Dentro di noi agisce una intelligenza innata, la quale attiva immediatamente tutte le sue risorse ed è più veloce di ogni nostro pensiero. Tutte le misure di difesa e correzione seguono le leggi inconsce a noi trasmesse e rielaborate dal DNA di generazione in generazione.

Eppure il nostro corpo non vuole fare tutto da solo, ci vuole avvertire, per quel patto di profonda e dinamica collaborazione tra mente conscia e inconscia, tra “Io razionale” e “Sé interiore”. Il corpo ci parla lanciando diversi segnali alla nostra mente conscia perché li interpreti affinché noi, in modo cosciente, attiviamo, senza aspettare tempo, tutte le soluzioni migliori.

Il corpo non è uno strumento da sfruttare, ma un essere vivente con cui “collaborare” per realizzare il nostro progetto di vita, mai del tutto conosciuto alla nostra mente razionale. Sì, svegliarci dal torpore della vita reale di tutti i giorni (abitudini, impegni, progetti, sacrifici, pensieri, gioie e dolori) per prendere coscienza di ciò che, sotto il livello della nostra coscienza vigile, ma altrettanto reale, accade nel nostro corpo, in modo da prestare anche il nostro aiuto, la nostra collaborazione, nel ristabilire quel dinamico naturale equilibrio in noi infranto.

Se noi, invece, siamo tutti presi dalla nostra mente razionale, impegnata e limitata nelle cose di questo mondo, non prestiamo molta attenzione ai segnali del corpo e continuiamo a vivere come se nulla fosse. Il nostro corpo, allora, si domanda: “perché non mi aiuta, glielo sto chiedendo?

Il corpo, vendendo che non cambiamo nulla e non facciamo nessuna scelta per migliorare la nostra condizione, pensa che la disfunzione in atto non rappresenti per noi qualcosa di pericoloso per la nostra sopravvivenza, proprio quanto il nostro corpo ce lo sta gridando.

Il corpo dice: “se l’essere umano, in cui esisto, persiste nel tempo a voler mantenere comportamenti scorretti e non trova soluzioni a questo squilibrio, significa che per qualche ragione questo squilibrio svolga un ruolo voluto“. Di conseguenza il corpo, pur non capendo la nostra motivazione, ci rispetta e tende ad adattarsi, mantenendo nel tempo lo squilibrio. Contemporaneamente cerca di diminuire al massimo ciò che nell’immediato può mettere in crisi la sua sopravvivenza. Dice: “io non capisco perché, ma mi ci adatto”.

Quando il corpo si adatta e accetta uno squilibrio? Solo quando uno squilibrio continua nel tempo. Non vede da parte nostra nessun cambiamento di comportamento, nessuna azione di aiuto, nessun atto volontario che attesti la solidarietà al nostro corpo e ai suoi messaggi di aiuto.

È proprio il PERMANERE NEL TEMPO DELLO SQUILIBRIO a provocare l’adattamento del corpo allo squilibrio, o meglio, il nostro corpo cerca di correre ai ripari adattandosi allo squilibrio che noi rimandiamo nel tempo. È ciò che la medicina occidentale indica come “CRONICIZZAZIONE” di un malessere.

Ogni volta che una disarmonia o squilibrio permane nel tempo, il nostro corpo attiva una procedura interna di reciproco sostegno, chiedendo aiuto ad altri organi, ad altri sistemi corporei, ad altri muscoli, ad altre fonti di energia. La spartizione dei pesi all’interno del corpo fa sì che quel malessere contagi, allargandosi, altre strutture e sistemi. Per esempio prima ho un dolore alla zona lombare e ora mi scende lungo tutta la gamba. Questo perché tutto e tutti nel corpo collaborano 24 ore su 24 alla nostra sopravvivenza, anche se non ne abbiamo coscienza: il reciproco aiuto è una legge interna. Purtroppo anche strutture e sistemi del corpo hanno una loro vitalità e resistenza e, quando anche questi subiscono uno stress superiore alle loro performance, diventano vittime sacrificali di quel malessere. Il risultato: il semplice malessere si complica e cronicizza e noi ci ammaliamo.

Arriva quindi il giorno in cui il dolore si fa più forte, il corpo ci impedisce di compiere le azioni quotidiane, ci toglie la dignità del vivere e allora corriamo ai ripari e andiamo dal medico o dal massaggiatore, nel mio caso, e …. chiediamo il miracolo. Ed è meraviglioso: il nostro corpo è così generoso e ricco di possibilità che il miracolo anche ce lo dona, non sempre subito però, questa volta, quando una situazione è cronicizzata, ci fa attendere un po’ di più, quasi come ad insegnarci una lezione.

Proprio per questo invito tutti a prendersi cura del proprio benessere.

Ama te stesso prima di ogni cosa e sarai in grado di compiere ogni cosa.

Non rimandare nel tempo ciò che devi fare oggi, per tutto il resto tempo ce n’è sempre.

il nostro corpo, quando chiama, va ascoltato e nulla deve farci rimandare nel tempo la nostra risposta chiara e amorosa. Agire subito, non fermarti mai al solo pensare e se un massaggio ti è utile fissa subito un appuntamento, prima che un problema diventi cronico. Prevenire è meglio che curare.

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Curo la malattia o il benessere?

Di che cosa mi devo prendere cura? Della malattia o del mio benessere?

Di fronte alla domanda, curo la malattia o il benessere, la risposta può sembrare banale: “la malattia si cura”. Tutti noi quando stiamo male, ogniqualvolta accusiamo un dolore oppure un sintomo corriamo, giustamente, dal medico. Questa mentalità del medico riconosciuto come “colui che cura la malattia” ci ha accompagnati fin dalla nascita e appartiene alla educazione ricevuta in famiglia, a scuola, volutamente consolidata dalla pubblicità nei media.

La pubblicità nei media mantiene, infatti, viva e diffusa, questa mentalità comune del “curare la malattia” enfatizzando i disagi negativi di una malattia per offrire immediatamente una soluzione facile, veloce e scientifica:  il prodotto ideale per togliere quel fastidio! Nella nostra mente avere una soluzione curativa a portata di mano soddisfa inoltre altre due importanti esigenze tipiche della nostra società, la soluzione deve essere efficiente e veloce: la “facilità” di utilizzo che ci sottrae l’attenzione dalle “complicazioni” sottostanti la soluzione proposta (le controindicazioni), e la “velocità” poiché la cura deve soddisfare il nostro desiderio del “tutto e subito”.

Nonostante la ricerca scientifica spenda ogni anno ingenti somme per trovare nuove cure efficaci, un grande impegno da lodare e sostenere, nuove malattie sorgono all’orizzonte. Non dovremmo forse anche impegnarci per studiare e migliorare il benessere dell’individuo come deterrente del insorgere di vecchie e nuove malattie?

Io penso che fermarci a considerare il binomio “cura <—> malattia” sia un modo limitante di guardare alla realtà, tu cosa ne pensi?

La mentalità di mettere in primo piano la malattia come obiettivo finale a cui indirizzare la cura può sviluppare dei comportamenti scorretti.

Eccone di alcuni molto frequenti:

  • Inizio a preoccuparmi e mi rivolgo al medico, faccio esami e spendo soldi solo quando sto veramente male? Ma cosa era successo prima di star così male? Quali eventi, comportamenti, segnali, stati d’animo, sensazioni, pensieri, abitudini scorrette, stile di vita innaturale? Con quali agenti chimici, tossici son venuto a contatto a livello di aria, pelle, alimentazione?
  • Pochi sono stati educati ad ascoltare il proprio corpo e i suoi messaggi, di conseguenza quando ci  si presentano passiamo superficialmente oltre.
  • Per educazione ricevuta scatta quell’imperativo morale secondo il quale dobbiamo essere efficienti nonostante tutto, ci sentiamo così responsabili dei nostri compiti nella famiglia e nella società da tacere le nostre esigenze di rispetto per il nostro corpo e per il nostro benessere interiore, le mettiamo in secondo piano.
  • La competitività sociale ci spinge a chiedere al nostro organismo performance e prestazioni come se fossimo una specie di robot indistruttibili, oppure grazie alla mentalità “cura la malattia”, ci pensiamo in qualche modo aggiustabili e quando un pezzo di noi si rompe e non si può aggiustare, vorremo che ci fosse sempre sostituito, altrimenti a cosa serve la scienza!

Subdolamente la mentalità del “cura la malattia” ci spinge ad accettare comportamenti non dignitosi e non rispettosi del nostro benessere, non ci indigna nel dover vivere in un ambiente contaminato e non salutare, non ci spinge a comportamenti etici ed ecologici a favore dell’ambiente in cui viviamo.

Il nostro organismo è capace di adattarsi allo stress, alle situazioni di non equilibrio, a superare anomalie, eccessi nel cibo, nel bere, nello sport, nel lavoro, ma non possiamo chiedere al nostro organismo miracoli, soprattutto se già debilitato e con le difese immunitarie deboli

Se cambiassimo mentalità e ci prendessimo cura del benessere saremmo degli “indignati” contro tutto ciò che non tutela il benessere personale e collettivo.

Se al corretto enorme dispendio di soldi e risorse per curare la malattia, crescesse nelle masse la cura e la tutela del benessere dell’individuo, dell’habitat dove ogni giorno noi traiamo vita ci sarebbe un grande salto di qualità evolutiva negli esseri umani, nello stile di vita individuale, sociale, lavorativa, familiare e del tempo libero, ci sarebbe un altissimo rispetto della natura, saremmo più etici e civili e penso anche molto meno ammalati e stressati.

La cultura occidentale del “cura la malattia” ha dimenticato negli ultimi 2000 anni l’altra faccia positiva della stessa medaglia della malattia, il benessere. Nelle Tradizionale Medicina Cinese e nella medicina Ayurvedica l’accento era posto sul benessere integrale della persona, il medico si prendeva cura del benessere della persona prima della malattia. L’idea di benessere allora inglobava una visione molto ampia dell’essere umano compreso sotto l’aspetto spirituale, fisico, psichico ed il suo rapporto con l’ambiente.

A cosa abbiamo ridotto, noi occidentali, il termine “benessere”?

Ad un weekend coccoloso presso un lussuoso albergo con SPA, o ad una pausa mordi e fuggi presso un centro estetico o uno studio di massaggi, a creme e profumi, ad esperienze sensoriali e rilassanti. Il benessere non è la quotidianità ma limitata ad un frammezzo di tempo, ad una pausa strappata dalla vita reale. Dati i costi del benessere un’altra idea serpeggia nel pensiero collettivo: il benessere possono concederselo solo le categorie sociali più benestanti. Il benessere non può significare evasione dalla realtà, né una concessione per pochi.

La generazione dei genitori del dopo guerra e del boom economico hanno trasmesso una mentalità per la quale il benessere significava risalire lo stato sociale, poter acquistare strumenti tecnici all’avanguardia che migliorano la qualità della vita, status symbol. Oggi possiamo ben accorgerci che il consumismo non è vero benessere ed il prezzo pagato dall’ambiente è stato enorme: questa ricetta non ha prodotto la felicità promessa.

Che cos’è il benessere? Difficile dare una definizione, tanto è vasto questo concetto.

Il benessere è dato da tutti quegli elementi essenziali alla realizzazione e alla evoluzione di una persona nel corso della sua vita personale e sociale, capace di mantenerla in un dinamico stato di equilibrio fisico, mentale e spirituale. Il benessere appartiene a tutti gli esseri umani, nessuno escluso, e alla vita quotidiana. Benessere è “ben-essere”.

La mentalità di poter “curare la malattia” può alimentare le possibilità di sviluppo della malattia ogni qual volta io accetto il fatto di non aver tempo ora per prendermi cura di me, quando mi fa rimandare ad un futuro non programmato le mie esigenze essenziali o mi spinge a scendere a compromessi con tutto ciò che mi stressa, mi appesantisce, mi debilita. La “permanenza nel tempo di un disequilibrio” sia interiore ed emotivo, oppure fisico e mentale conduce progressivamente e inesorabilmente alla formazione della malattia. Tanto più dura questo “tempo di distress” (stress negativo) tanto più la malattia si aggrava e si trasforma in cronica, in una patologia.

Domandiamo se è dignitoso aspettare la confluenza delle circostante giuste o opportune per il mio vero benessere (più serenità economica, tempo per prendermi cura di me, un habitat non inquinato…)? Posso re-inviare il diritto di prendere in considerazione il mio benessere solo dopo aver risolto le problematiche più urgenti della vita? Il prezzo nel frattempo pagato non ha valore! Alla fine non sempre basta una medicina, una pastiglia, un antinfiammatorio, un antidolorifico per ritornare subito in forma. Il mio organismo ora è indebolito, ha assunto delle cronicità per le quali dovrò assumere pastiglie per tutta la vita, anche la mia struttura fisica ne ha risentito in postura, agilità nei movimenti, lo stesso la mia mente non ha più la freschezza mentale di prima, stanchezza, poca energia vitale. Non basta curare la malattia se non curo il benessere.

Quante volte mi son detto: ‘finché sto bene tiro avanti, riesco a sostenere questa situazione stressante, faccio il forte, spero di non ammalarmi”?

Questo pensiero è un indicatore di come ancora siamo lontani dal curare il benessere, mentre possiamo curare la malattia. Serve un cambiamento radicale di mentalità.

Passare dal curare la malattia alla priorità di prendersi cura del benessere proprio, della società e dell’ambiente è una educazione che deve iniziare da piccoli, essa inizia dal singolo per poi estendersi alla comunità e all’ambiente.

Il benessere è collegato alla evoluzione personale della propria autocoscienza, è intimamente legato al proprio progetto di vita, cammina assieme a coerenza, autenticità e verità, è infuso di amore e responsabilità. Finché io non divento “cosciente” del “valore” del benessere, non mi impegnerò per esso, avrò comportamenti incoerenti. Il benessere è come un faro nel mare, ti dà la direzione delle tue scelte, del tuo agire, del tuo alimentarti, della qualità delle tue relazioni, della cura che hai dell’habitat in cui vivi a partire dalla cartina gettata per terra.

Prenderci cura del benessere ci spinge a porre attenzione sulle “cause” che hanno provocato quel lo specifico malessere e non a curare i sintomi, ci orienta ad assumere nuovi comportamenti e stili di vita più etici ed ecologici, ci rende coscienti nel mantenere il nostro organismo e la nostra mente in un riequilibrio costante e dinamico per superare i fattori che mettono in pericolo il nostro ben-stare o ben-essere.

Forse accanto al medico “cura la malattia” avremmo bisogno di medici o di “esperti in benessere” non coinvolti negli interessi di marketing, ma esperti capaci di illuminare le nostre coscienze ad una vita di benessere fisico, psichico e spirituale.

La stessa parola “sano”, dal greco “saos”, significa rimanere illeso, integro. Non riguarda la malattia né la sua cura, né solo la prevenzione, l’accento è sulla integrità dell’essere umano.

Mantenersi autentici, integri, in armonioso equilibrio fisico, mentale e spirituale con se stessi, gli altri e la natura.

Qual’è la tua mentalità, curo la malattia o il benessere?

Come ogni giorno ti mantieni o stai migliorando il tuo benessere personale e collettivo?

Quali sono i tuoi suggerimenti ?

Il segreto del Benessere

Il Benessere è la risposta armoniosa di un equilibrio profondo in atto nella nostra vita e sempre in continuo movimento.

Il Benessere non si raggiunge una volta per tutte, è il risultato di un equilibrio dinamico perché sempre nuovo e ritrovato. Ogni giorno il nostro sistema innato risponde alle provocazioni del mondo esterno, agli eventi della vita ed contemporaneamente alle problematiche fisiche ed emotive interne che ci destabilizzano e ristabilisce il precedente equilibrio infranto oppure ne ne ricalibra uno nuovo adattato alle nuove condizioni. Questo perché il nostro organismo non corra il rischio di collassare a causa dello stress fisico, mentale ed emozionale sperimentato a casa di eventi esterni e interni al corpo umano che ci definisce come persona unica e irripetibile. In breve in noi esiste una Intelligenza innata che ci difende da tutto quello che potrebbe mettere in pericolo la nostra vita e l’armonia di ogni singola parte di noi con il tutto.

La vita ogni giorno ci riserva esperienze nuove, sfide, minacce, pericoli, novità e innovazioni, imprevisti, traumi fisici e psichici, cambi di programma, adattamenti, rischi, competizione, scontro, situazioni stressanti a cui dobbiamo fare fronte, come se ci venissero fatte delle domande a cui dover dare in ogni caso sempre una risposta, qualunque essa sia, pena la nostra stessa esistenza in questo mondo. Se non sono elastico, modulabile, adattabile, rinnovabile, creativo, intelligente, correggibile, aperto mentalmente, pronto al cambiamento, all’apertura mentale, all’improvvisazione momentanea, disposto a riprodurre nuovi equilibri e armonie per superare ogni crisi in atto nel sistema corporeo, mentale e spirituale del mio “essere in questo mondo”, io sono a rischio estinzione.

Chi mi protegge da tutto questo, chi veglia su di me?

In prima istanza l’Intelligenza Innata: ogni giorno c’è una intelligenza agente in ciascuno di noi la quale costantemente gestisce tutte le operazioni che permettono al nostro organismo non solo di compiere tutte le sue complesse funzioni, ma anche di preservare e mantenere il nostro stato di salute adattando e rimodellando egregiamente il sistema corpo-psiche-spirito a far fronte ad ogni possibile pericolo o minaccia (pensiamo solo al sistema immunitario) o cambiamento di condizioni e abitudini: il miracolo della vita si compie ogni giorno, non solo quando siano stati concepiti.

Ventiquattro ore su ventiquattro il nostro sistema corporeo è sottoposto a check-up e programmato dalla intelligenza innata attraverso infinite operazioni neurali , chimiche, elettriche, vibrazionali, psichiche, emozionali, energetiche… per meglio adattarsi ai cambiamenti in atto, alle nuove condizioni di vita.

Tutto nel nostro corpo coopera a questa sinfonia di armonie riscritte: dalla singola cellula al cervello, ogni organo, ormone, viscere, muscolo, valvola, diaframma, orofizio… tutto avviene in modo automatico, spontaneo, immediato o graduale, senza che noi ne siamo coscienti. Ogni operazione esprime una intelligenza innata che ha un compito essenziale: mantenerci in vita il meglio possibile con tutte le risorse di cui in ogni momento attuale ha a disposizione.

Quando tutto questo sistema di sistemi è in armonia con dentro e fuori di noi ci trasmette luna meravigliosa sensazione: quell’appagante senso di Benessere, Leggerezza, Felicità, Pienezza, Serenità che proviamo in alcuni momenti.

In noi esiste anche una Intelligenza Razionale, essa ci permette di prendere coscienza di una piccola parte di quello che accade dentro e fuori di noi, rendendoci consci di quello che ci accade e proviamo ci mette in grado di assumere dei comportamenti adeguati per migliorare il nostro benessere, compiendo azioni concrete e coraggiose, formulando pensieri positivi e propositivi, progetti, strategie, ci consente di dare ragione di ogni cosa che ci accade e proviamo per quanto possibile, trovando rimedi, soluzioni e aiuti, in breve con la nostra mente razionale noi possiamo aiutare e collaborare con la nostra intelligenza innata. L’equilibrio e la costante collaborazione sinergica di queste due intelligenze è fondamentale per il nostro Benessere. Basta solo che una delle due sottometta l’altra e il nostro benessere subito ne risente.

Varie possono essere le nostre risposte personali e razionali agli squilibri che mettono in difficoltà la nostra esistenza quotidiana: possiamo trasformarci in dei combattenti, oppure ci comportiamo da incoscienti che non si rendono conto di ciò che il corpo comunica e non vedono i problemi (cecità di autocoscienza), oppure diveniamo dei codardi che gettano la spugna e si chiudono nella apatia senza reagire, oppure siamo come dei ciechi e sordi ai segnali da continuare a vivere come se stessimo bene ma la realtà è un’altra e perseveriamo nel mantenere intatte le nostre vecchie abitudini, certe convinzioni limitanti assunte in famiglia o dalla educazione ricevuta, oppure stiamo male ma non ne capiamo nulla e ci mettiamo con fiducia nelle mani di chi sa più di noi con cieca fiducia.

Eppure ogni volta che il nostro organismo combatte o manda segnali (sintomi) di insofferenza o di squilibrio, oltre all’importante rimedio medico domandiamoci: Che cosa mi sta dicendo il mio corpo attraverso i suoi messaggi di dolore, debolezza, difficoltà, fastidio e insofferenza?

Dietro ogni squilibrio in atto c’è una provocazione che ci viene fatta, c’è qualcosa che la sta causando. Ed è proprio quando la vita viene messa in pericolo che riusciamo ad apprezzarne tutto il suo valore senza prezzo.

Il Benessere non si raggiunge una volta per tutte, la vita è sempre in cambiamento e ci lancia sempre nuove sfide. Cercare il Benessere, significa prenderci cura di noi quando stiamo bene (ma quando stiamo bene non ci pensiamo) e quando il nostro benessere diminuisce. Quando il Benessere si indebolisce significa che abbiamo un interrogativo vitale e personale a cui dobbiamo dare una risposta, comporta una azione da intraprendere, un cambiamento da affrontare, un salto di qualità da fare a vari livelli.

Spesso una diminuzione del Benessere accade proprio lì dove ci viene data una prova da superare. Dietro al non-benessere c’è sempre un trauma, una emozione negativa, una sofferenza, una paura, una debolezza, un vuoto, una ferita già sperimentati e vissuti e da risolvere.

Il Benessere è infinitamente di più di un’ora di piacere presso una SPA, è un compito da affrontare, in una parola il nostro Benessere è collegato alla nostra essenza più profonda, al nostro reale progetto di vita, al nostro scopo in questo mondo, alla nostra felicità che non altro è la nostra vera realizzazione.

È in questo senso che assumere una alimentazione sana e corretta, curare se stessi e la propria autostima, affermare e difendere la propria dignità, ascoltare i messaggi del proprio corpo, le sensazioni e sintomi che esprime, vivere con trasparenza le proprie emozioni, liberare i traumi e lo stress accumulati, superare momenti di crisi e di squilibrio fisico, mentale ed emozionale, vivere con piacere e soddisfazione appartengono ai compiti di ogni essere umano, perché la vita va vissuta con ben-essere.

Proprio per questo ogni persona che entra nello Studio Jesolo Massaggi & Kinesiologia non viene solo a ricevere un Trattamento di Benessere ma viene condotta a ricercare il suo Benessere ad ogni livello: nella vita intima e spirituale, fisica, personale e familiare, sociale e professionale.

Ricevere un massaggio non è solo provare il ringraziamento del corpo che ti fa sentire più rilassato, ma sentire in quel benessere diffuso quella che dovrebbe essere la tua fondamentale dimensione di vita. Ricevere un trattamento di Riflessolgia Plantare è prendere coscienza che i tuoi piedi ti parlano e ti possono aiutare a ritrovare equilibrio proprio lì dove qualcosa ti sta destabilizzando. Fare una sessione di Kinesiologia ti aiuta a prendere maggiore coscienza della tua vita e trovare quella soluzione al tuo problema che da solo, nonostante la tua volontà e impegno personale, non eri in grado raggiungere. Vivere una esperienza di trattamento craniosacrale ti aiuta a risentire il respiro primario del liquido encefalorachiano, che pulsa dentro di te, riprendere il suo movimento lungo e sinuoso, il suo armonioso equilibrio che poi trasmette a tutte le cellule e organi e tu lo noti subito nella serenità che si sprigiona dentro di te.

Massaggio rilassante

Il massaggio rilassante interviene sapientemente su corpo, mente e spirito, rilassa il corpo calmando contemporaneamente la mente ristabilendo l’equilibrio emozionale e spirituale.

A chi è consigliato il massaggio rilassante?

A tutti coloro che sono sottoposti alle seguenti innaturali condizionamenti:

  • ritmi frenetici di vita,
  • ambiente non sereno di lavoro,
  • impegni impellenti,
  • permanenza in spazi chiusi e inquinati da energia negativa,
  • costrizione ad una vita di doveri priva di piacere,
  • assenza di soddisfazione e realizzazione,
  • eccessi di una alimentazione non sana,
  • frastuono e rumore di continui messaggi,
  • fluire incessante di pensieri mentali e preoccupazioni.

Il corpo accumula stress, tensione, e produce senso di depressione, pesantezza e  malessere generale.

Decidersi per una seduta di massaggio rilassante per eliminare lo stress accumulato significa lanciare un messaggio importante al proprio inconscio: “io mi voglio bene e mi prendo cura di me!”.

Nello stesso tempo ristabilisci il primato della tua persona su tutto ciò che tendeva a prendere il sopravvento sulla tua vita affermando un importante stop emotivo.

Donarsi un messaggio rilassante è farsi un regalo meritato, è donarsi coccole di dolcezza, è riprendersi una equilibrata consapevolezza interiore.

Quali sono i benefici di un massaggio rilassante?

  • Aiuta dolcemente il corpo ad eliminare tutte le tensioni muscolari.
  • Libera sapientemente l’energia intrappolata facendola fluire.
  • Dona un profondo senso di relax e pace.
  • Toglie una delle cause maggiori dell’invecchiamento precoce ringiovanendo il tuo corpo.

Il massaggio rilassante è una vera e propria forma di cura.

Ascolta le sensazioni e le emozioni che emergono spontaneamente dal tuo corpo e quelle che risalgono dal tuo profondo, interpreta i segnali precisi che ti vengono inviati e fanne tesoro. Approfitta di questo meraviglioso momento di pace, di dolcezza, per prendere contatto con te stessa-o.

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