Il corpo ci educa alla consapevolezza e ci indica l’approccio corretto con esso. È quello che ogni giorno imparo nella mia attività di massaggiatore e kinesiologo.
Se prendiamo in considerazione un singolo muscolo o un gruppo di muscoli (agonisti, antagonisti e sinergici) o anche tutto l’apparato muscolare-scheletrico nel suo insieme, notiamo che il tutto come ogni sua singola parte è sotto la costante e attenta vigilanza e influenza dell’apparato neurale.
In ogni attimo presente una marea infinita di informazioni neurologiche in entrata e in uscita attraversano tutto il nostro corpo monitorandolo, per mantenerlo in vitalità, in efficienza e salute.
Questo significa che ogni muscolo e tutti i muscoli non vivono di vita indipendente, ma sono soggetti viventi che rispondono immediatamente a tutto un complesso sistema di informazioni neurali ed emozionali, sono elementi integrati con tutti gli apparati del corpo umano e profondamente sensibili a tutto quello che accade dentro di noi e nell’ambiente esterno.
Ogni muscolo è come la creta nelle mani di un saggio vasaio, il quale da una forma al muscolo plasmando il nostro corpo. Il Vasaio è la nostra Intelligenza Innata che nella dimensione inconscia dà forma e sostanza, forza e debolezza, struttura ad ogni muscolo relazionandoli tra loro. Ecco che postura, la stessa fisiognomica del volto altro non sono che espressione di moti dell’anima, di traumi passati, di pensieri ed emozioni, di stress non risolti e mantenuti attivi, della non gioia del vivere.
Detto in parole semplici non possiamo considerare un muscolo a sé e isolarlo da tutto il resto.
Questo approccio all’apparato muscolare ci insegna che non possiamo considerare un muscolo secondo la dimanica propria della mente logica razionale che tende a focalizzarsi per concentrazione su un punto specifico. ma al contrario dal singolo muscolo aprirci ad una visione di insieme piú ampia e più veritiera delle condizioni di vita e benessere di una persona.
Per tanto tempo il trattamento si è concentrato troppo sul sintomo , ma per come funziona il nostro corpo dovremmo ogni volta imparare ad “andare oltre” il punto specifico o il sintomo locale e aprire la mente alla considerazione del tutto “in” ed “extra” alla persona, cioè a quello che sta accadendo a più livelli dentro di lei a livello fisico, psichico, spirituale e all’esterno di lei, enll’ambiente dove vive. Appare chiaro che un muscolo contratto non è solo un ammasso di fibre muscolari accorciate e in difesa, è mollto più… impariamo ad andare “oltre” e prendere nuova consapevolezza.
Il dolore riferito su una zona del corpo, una diminuita capacità motoria, la contrattura di un muscolo o semplicemente il suo passare, usando un linguaggio kinesiologico, da una normale condizione di muscolo indicatore carico (on) al Test Muscolare ad una condizione di muscolo indicatore scarico (off), (in altre parole quando un muscolo specifico è soggetto ad un fattore stressogeno, questo non è più in grado di mantenere volontariamente una posizione di stabilità omeostatica), tutto questo ci fornisce informazioni su vari fattori stressogeni in atto a più livelli di quella persona, a squlibri in atto derivanti da cause fisiche, eccaniche, strutturali, ma anche da cause psichiche, emozionali, spirituali, ambientali, presenti e passate.
Per esempio prendiamo in considerazione il quadricipite femorale. Sotto l’aspetto anatomico è un ammasso di fibre muscolari contrattili. In realtà è molto di più: è un fondamentale “elemento vivente” collegato ad altri muscoli del bio-computer umano. Le sue fibre si allungano, si accorciano, si contraggono, si riscaldano o si raffreddano, mantengono una posizione muscolare carica o scarica grazie alla costante elaborazione di infiniti dati e check eseguiti dalle cellule predisposte a questa funzione e alla fascia che lo avvolge e lo connette con tutto il corpo in ogni sua parte. Ecco che il quadricipite femorale, il suo comportamento in risposta agli input che gli vengono comunicati diventa una forma di linguaggio capace di comunicare informazioni non solo sul suo stato fisico di quadricipite femorale, ma ci comunca informazioni sullo stato di benessere-stress (“in” ed “extra“) di quella persona in quel momento a diversi livelli, non solo quello fisico, ma anche quello psichico, spirituale e ambientale.
Seguendo il teorema del il triangolo di Gooheart, per la Kinesiologia, uno squilibrio del quadricipite femorale corrisponde contemporaneamente ad uno squlilibrio dell’Intestino Tenue inteso come organo digestivo e ad uno squlibrio energetico del meridiano ad esso associato in questo caso il meridiano dell’Intestiono Tenue. Il suo riequilibrio è energetico secondo la sapienza della medicina cinese e il test va “oltre”, sfidando aspetti di alimentazione, aspetti emozionali, stili di vita, implicando una verifica dell’ambiente di vita e dei fattori stressogeni in esso presenti.
Detto questo, ogni muscolo in squilibrio, contratto, dolorante esprime in tempo reale le condizioni psico-fisiche di una persona, non si tratta il solo sintomo, è molto di più.
Trattare un muscolo solo dal punto di vista fisico-anatomico, diventa sempre più anacronistico perché i muscoli sono rivelatori di quello che sta accadendo alla persona qui ed ora e sono un libro aperto della storia pressente e passata della persona (traumi fisici, psichici, emozionali, memorie e programmi inconsci, stress ripetuti e prolungati nel tempo come posture scorrette, stress ambientali, lavorativi, familiari, personali ecc.).
Pensieri ripetuti, emozioni profonde alimentate nel tempo, fattori stressogeni mantenuti e non risolti determinano un cambiamento psico-fisico evidente sia a livello somatico, fisiognomico dovuto alla variazione muscolare. Certe posture, certi tratti somatici del volto (vedi i muscoli mimici) sono espressione vivente e manifesta a tutti di quello che stiamo passando dentro di noi, di quello che siamo nel profondo, spesso anche a livello incoscente.
Il corpo è sincero e non ci inganna. Tutti i sintomi e le espressioni somatiche, date dai muscoli, sono un grido di aiuto, ascoltiamole, osserviamole e prendiamone consapevolezza. Lo stesso dolore non è semplicemente una sensazione, ma una “emozione” che ci porta disagio, sofferenza e si legge sul volto, ci impedisce di compiere certe azioni.
Perché i muscoli si contraggono, perché ci bloccano nel movimento, perché ci provocano dolore? Per educarci alla consapevolezza. Spesso gli antidolorifici zittiscono la consapevolezza e l’evoluzione a migliorare noi stessi, il nostro stile e condizioni di vita.
Agire su un muscolo non è solo agire sulla struttura fisico-anatomica di quel muscolo, perché il muscolo stesso rappresenta una “via di accesso”, un “portale”, per dialogare con il sistema complesso di informazioni del bio-computer umano.
Trattare un muscolo, una fascia significa immettere nuove informazioni che vengono percepite ed elaborate dalle cellule del corpo umano. Questa azione mette in moto tutta una serie di nuovi dialoghi neurali interni, ulteriori checks, scambi di informazioni, verifiche di programmi attivi, reset, riprogrammazioni energetiche che spesso vanno “oltre” la stessa capacità di comprensione del cervello logico razionale, ma non per le capacità della mente inconscia e della sua Intelligenza Innata.
L’approccio alla persona che chiede aiuto per risolvere un problema fisico mira a mettere in grado la persona stessa di passare dal sintomo stesso alla “consapevolezza” dei fattori stressanti del suo sistema corporeo e dovrebbe offrire un sostegno nel compiere quel percorso evolutivo personale che va dal sintomo alle cause.
In presenza di segnali di malessere è importante educare le persone ad una nuova visione del sintomo e portare la loro attenzione su uno stile di vita sano e de-stressato, educarle alla “consapevolezza”, all’ascolto del proprio corpo, alla capacità di gestione delle proprie emozioni-pensieri, alla vigilanza sui propri comportamenti difensivi automatici e inconsci, al proprio linguaggio (uso delle parole e loro significato) e abitudini di vita, insegnando loro azioni, cambiamenti capaci di riprogrammare il loro sistema verso il loro personale equilibrio naturale e dinamico.
È fondamentale promuovere una educazione alla consapevolezza: restituire alla persona la capacità di gestire il proprio cammino evolutivo di benessere e emancipandole dalla totale dipendenza di sentenze e ricette medicali, per quanto possibile. Con questo voglio valorizzare l’essenziale importanza dell’intervento dei medici, loro stessi per primi coinvolti nell’educazione alla consapevolezza delle persone all’ascolto del proprio corpo e da questo alle proprie emozioni, agli stili di vita e agli stress ambientali. Il loro successo non è la cura della malattie, ma la prevenzione e il mantenimento in benessere delle persone.
La cura di prevenzione dovrebbe fornire alle persone abilità e competenze per la conoscenza personale di Sé, la gestione di se stessi e il miglioramento dell’ambiente di vita (lavoro, relazioni, ecologia…).
Pertanto la strada verso l’equilibrio non sarà solo esguire un trattamento esclusivamente fisico, finalizzato sul sintomo ma un trattamento frutto di una visione più allargata che conivolga più livelli della persona in trattamento.
Discipline e trattamenti che si muovono con questa sensibilità ne esistono fortunatamente già, basti pensare allo “yoga” che abbina lo stretching muscolare (trattamento fisico) alla respirazione, all’ascolto corporeo e delle emozioni e sensazioni, alla meditazione (trattamento psico-spirituale). Allo stesso modo anche la Kinesiologia non si ferma ad analizzare solo gli aspetti fisici strutturali e meccanici, ma li mette a confronto e li sfida con aspetti emozionali, neurali, energetici, associandoli a tutti gli apparati del corpo umano ecc.
Pertanto invito anche te, ad ascoltare il tuo corpo, a prendere consapevolezza di come funzioniamo biologicamente ed energeticamente. Tutti i trattamenti e massaggi offerti da Synergy hanno questa visione avanzata con un approccio al cliente a 360 gradi.