Le emozioni sono la porta di accesso
al nostro benessere ed equilibrio.
Da quando siamo venuti in questo mondo, già nei primi mesi della gestazione, eravamo in grado di provare emozioni. Non siamo mai stati neutri nel nostro rapportarci con la realtà che ci circonda.
Ancora prima dello sviluppo della ragione, ci relazionavamo con la realtà attraverso il filtro delle emozioni positive o negative.
Da allora, le emozioni stanno ogni giorno accompagnando la nostra esperienza personale facendocela sperimentare come più o meno piacevole.
Le emozioni hanno una grande forza nel condizionare la nostra vita e le nostre scelte e costituiscono la nostra individuale personalità emotiva, anch’essa legata alla storia del nostro vissuto.
Ogni emozione suscita istantaneamente una risposta fisiologica precisa nel corpo umano. Questa, provocata dal sistema nervoso autonomo, provoca emissioni ormonali ed elettrocorticali, comportamenti spontanei e immediati (postura, movimento dei muscoli … pensiamo solo a quelle mimici del volto, emissioni vocali). Una emozione liberata è una emozione esternata: chi ci vede, percepisce immediatamente la nostra emozione, senza che noi dobbiamo descriverla ogni volta a parole.
Uno dei metodi migliori per comprendere il rapporto con la realtà attraverso le emozioni è usare le cinque porte verso la realtà esterna: i nostri cinque sensi. Per qualcuno si può aggiungere anche un sesto senso.
Ora spegnete il cervello come fanno i bambini prima di coricarsi mentre ascoltano una favola:
Seguitemi in questa esperienza:
“Quando entro in punta di piedi all’interno di un bosco di montagna, apro le mie orecchie, amplifico il tatto della mia pelle, il naso mi si apre e respiro più profondamente, il mio palato diviene più sensibile ai sapori trasportati dall’aria ed il mio sguardo si incanta davanti al bagliore di tanta bellezza. Mille emozioni salgono dal mio Profondo coinvolgendomi personalmente in quell’evento.
Immerso in quel quel silenzio eloquente, le mie orecchie percepiscono ogni vibrazione come tanti messaggi universali che non usano una lingua umana definita, eppure sono immediatamente a me comprensibili.
Ecco lo scrocchiolio delle foglie e dei rami sotto i miei piedi che rompendosi fanno vibrare anche le mie ossa. Distante non so quanto, mi raggiunge il gorgoglio dell’acqua, quel suono familiare lo sento a me cosi vicino, sebbene i miei occhi non vedono nessun ruscello. Odo e immagino acqua che cozza divertita contro le rocce, mille zampilli sonori, quanta energia in quello scorrere baldanzoso e libero verso il mare. Sopra di me sento la voce del vento danzare tra gli alberi ed il variare dell’intensità del fruscio tra le foglie proprio come fanno le bacchette a pennello di un batterista sulla pelle tirata di un tamburo, … il mio cuore batte più forte, e non so perché.
Con le mie mani sfioro le erbe rugose, lisce, spinose, tenere e soffici come il muschio, provando diverse sensazioni di solletico al tatto, una ragnatela mi sfiora il volto facendo vibrare i peli del mio volto al tocco appiccicoso e umido di rugiada di quelle corde argentee. Quel filo mi spaventa, penso al ragno…, quanto grosso potrebbe essere, fuggo da lì e inizio a toccare la corteccia degli alberi facendo saltare le dita tra una scaglia di legno e l’altra. Vengo attratto da un profumo intenso, odoro fragranze di resine d’abete e pino amplificate dal calore del sole che le scioglie mescolandole col profumo delle erbe, del timo, dei funghi, dei fiori che vibrano di colori forti e vivi, nascosti tra il verde dei prati pettinati dal vento, mossi come le onde del mare. Vorrei saltare, correre, e nel mio volto si disegna un grande libero sorriso, avrei una voglia incredibile di abbracciare chiunque avessi incontrato.
Anche il bosco ha le sue tentazioni. come non resistere al piacere di assaporare il dolce sapore della fragola di montagna, dei lamponi, del mirtillo che colora di cielo la mia lingua e il sapore amaro della genziana e delle erbe mediche. Subito un pensiero mi sfiora: “Ci sono anche erbe velenose? E se ne avessi assaggiata una? Quella riflessione senza risposta si era tramutata in una preoccupazione che lasciai andare sputando l’ultima erba che avevo testato.
Muovendomi in quel intricato gioco di rami, all’improvviso i mei occhi sono rapiti da sottili raggi di luce. Sebbene il sole dista cosi lontano dalla terra, i suoi raggi penetrano il fitto bosco illuminando il sottobosco, e con sorpresa mi appare come in visione il polline sospeso con la povere della terra, insieme svolazzano armoniosi nell’aria in compagnia dei mille insetti, le loro ali colorano l’aria dei colori dell’arcobaleno.
Tutto vibra di emozioni, il mio corpo, i miei organi, il mio spirito cantano l’inno alla vita della natura che mi circonda, ed io son parte di lei.“
Ma non è sempre cosi.
Noi viviamo e ci alimentiamo di emozioni, ma spesso facciamo qualcosa che non fa bene al nostro benessere.
Ogni volta che
freniamo, inibiamo, reprimiamo le nostre emozioni,
noi tratteniamo l’energia scatenata dalle emozioni
imprigionandola dentro di noi
e quella energia trattenuta non fa bene al nostro organismo.
Le nostre emozioni agiscono a livello energetico e vanno ad influenzare i nostri organi interni e i nostri apparati fisiologici. Diventando adulti, purtroppo, per l’educazione ricevuta, per le dinamiche relazionali e sociali iniziamo a reprimere le nostre “vere” emozioni per assumere delle maschere, per non far vedere, per frenare e controllare ciò che non riteniamo al momento opportuno.
I bambini, al contrario, sono spontanei e non reprimono le loro emozioni: i bambini non chiedono il permesso di piangere, di dare un bacio, di giocare, di volare con le loro fantasie, di attaccarsi ad una mano forte se hanno paura o chiedere mille “perché” come risposta a quello che non capiscono o li preoccupano.
Se solo pensassimo come ogni nostra emozione è strettamente legata ad un organo vitale o ad un apparato del nostro corpo: da quello scheletrico a quello muscolare, da quello circolatorio a quello linfatico, da quello digerente a quello urinario e cosi via!
Se blocco il mio pianto, non stimolo i miei polmoni e nascondo la mia tristezza. Forse è vero che gli uomini non possono piangere?
Se reprimo la paura, blocco la sua vibrazione e non produco il sudore che stimola i miei reni, rimango in una situazione di pericolo senza fuggire, negando l’evidenza. Quante donne hanno perso la vita perché non hanno ascoltato la paura di un uomo violento.
Se non chiarisco i miei dubbi, ci rimugino sopra e rimango a lungo preoccupato, blocco il mio stomaco e faccio fatica a digerire molte cose.
Se blocco la mia gioia, mi vergogno nel donare un abbraccio, chissà da quanto tempo non sorrido alla vita. Vivendo così non so quanto male sto facendo al mio cuore. Spesso sento freddo e non riesco facilmente a riscaldarmi, sogno paesi caldi e ambienti confortevoli, pieni di amore.
Se mi arrabbio, senza sfogarmi, quella vibrazione mi scuote tutto, e quella energia la caccio come un sasso nella mia cistifellea ed il mio fegato si ammala.
La sapienza popolare ha inventato molti proverbi che descrivono il profondo legame tra emozioni e corpo.
Il nostro corpo si alimenta di energia, tutto è collegato allo scorrere di questi canali che percorrono il corpo umano. Quando questa energia è in equilibrio, noi percepiamo un profondo senso di benessere e tutti i nostri organi svolgono le loro funzioni senza indebolirsi e non si ammalano.
Le emozioni esprimono la vibrazione della energia che sale spontanea dal nostro profondo, appartiene al nostro inconscio ed esprime una realtà spirituale dentro di noi. Le emozioni divengono visibili all’esterno attraverso il nostro corpo e al suo interno, i nostri stessi organi e apparati, rispondono a livello biologico alle emozioni che proviamo. Le emozioni non hanno bisogno delle parole, non hanno bisogno di essere spiegate, sono universalmente comprensibili a tutti gli esseri umani.
Consideriamo solo l’emozione della gioia. Si manifesta come vibrazione spontanea, libera, involontaria e trova una espressione nella risata, che ci fa sussultare con tutto il corpo, ci fa saltare, è intrattenibile e contagiosa, si ride a crepapelle, si ci sembra quasi di morirne, ma non si muore di risate, di malattia si, invece, se la reprimiamo.
Quando non ascoltiamo più il nostro corpo e perdiamo la capacità di riconoscere in purezza le nostre emozioni, quando le reprimiamo per compiacere agli altri, quando le inibiamo per un senso di vergogna indotto dalla educazione ricevuta, ci stiamo facendo una danno:
abbiamo cessato di essere noi stessi e facciamo vedere di noi quello che emozionalmente non siamo, siamo più propensi ad mostrarci per ciò che è convenevole, utilizzando il controllo della volontà tramite la ragione, e a nostra insaputa qualche organo collegato a quella emozione sta iniziando a perdere il suo equilibrio biologico.
Anche la nostra stessa gestualità viene inibita, siamo più trattenuti, composti, frenati, rigidi. Molto spesso una emozione negata manifesta una sudditanza, uno stare zitti, un non intervento, un non coinvolgimento emotivo, siamo freddi, razionali, misurati. Alle volte abbiamo paura di perdere una amicizia o il lavoro. Reprimere le emozioni significa essere falsi con noi stessi e con gli altri.
Certo, esprimere sempre le proprie emozioni non significa che se ti arrabbi metti le mani addosso a qualcuno, o gli fai del male! Ciononostante la rabbia va liberata, con modi saggi e utili affinché la sua energia non contagi i tuoi organi, se non esce si memorizza nel profondo, stagnando.
Che fare?
Semplicemente puoi battere un pugno sul tavolo o trovare un posto dove urlare senza che qualcuno ti senta.
Osservo le persone e quanti di noi portano sul proprio corpo il peso e i segni delle emozioni negate, volevi esprimere qualcosa, ma non hai potuto farlo spontaneamente. Anch’io vedo sul mio corpo i segni evidenti delle mie emozioni negate lungo la storia della mia vita e ho imparato a lavorarci.
Cosa causano le emozioni negate? All’inizio un senso di non benessere, alla fine producono una malattia o patologia. Questo è l’ultimo stadio di un percorso lungo, fatto di tante tappe, in cui le vibrazioni delle nostre emozioni compresse si sono memorizzate nei nostri organi e nel nostro inconscio.
Le emozioni negate si trasformano in tensioni, blocchi, paralisi sia fisiche che psichiche. Le tensioni sono visibili sui muscoli del corpo umano, nel tremolio improvviso di una articolazione e del viso, nel dolore su un preciso punto del corpo, nella postura, sulle rughe e pieghe della nostra pelle e cosi via… sono lì a ricordarci cosa dobbiamo armonizzare ed equilibrare in noi.
Quante volte mi son detto tra me e me: Non posso! Non devo! Non voglio!
Queste tre espressioni provengono dalla educazione ricevuta, Qui accade il venire meno di un equilibrio dinamico tra mente conscia (razionale – regole educative) e mente inconscia (irrazionale – spontaneo – naturale). Lo squilibrio tra mente conscia (ragione) e mente inconscia (personalità emotiva) è un tema assai importante e merita attenzione, ve ne parlerò più approfonditamente in un altro articolo del mio blog.
Il massaggio di un professionista è in grado di rilevare le emozioni negate.
Spesso noi pensiamo al massaggio come un semplice accarezzare il corpo umano con delle tecniche diverse, in realtà un massaggiatore serio non ti fa delle coccole, ma va a risolvere problemi antichi e presenti, facendoti provare un profondo senso di benessere proprio perché va a risolvere le tensioni, va a lavorare sulla tua energia, facendo venire in superficie quello che da troppo tempo trattenevi nel profondo.
Un buon massaggio libera le emozioni negate
lasciandole andare …
Questo viene fatto spesso in totale silenzio e rilassamento da due mani sapienti che operano in modo rispettoso e silente, attento e ricco di amore, mosso dal desiderio di ottenere per te il tuo pieno e integrale benessere fisico, mentale e spirituale.
Vi aspetto.