Voglio condividere con voi una riflessione. Ripensando alle molte persone che hanno fatto la scelta di prendersi cura del proprio benessere rivolgendosi allo Studio Jesolo Massaggi, Kinesiologia, Craniosacrale e Riflessologia Plantare ho notato quello che vi scrivo in questo articolo.
Un considerevole numero di persone ha ricevuto una buona educazione, da piccoli, nel prendersi cura del proprio corpo.
Quasi tutti abbiamo cura per il nostro corpo: seguiamo gli abiti di cui rivestirlo, ci prendiamo cura dei denti, della pelle, dei capelli, della dieta, facciamo attenzione ai sintomi, ci preoccupiamo per quel dolorino che insorge improvviso e corriamo in farmacia o dal medico di base. In casa tutti abbiamo un nostro piccolo “pronto soccorso” da usare all’occorrenza fornito di cerotti, disinfettante, bende, antidolorifico, antinfiammatorio, lassativi, misuratore della pressione, cotone idrofilo, termometro, aghi e siringhe monouso. Siamo equipaggiati per ogni occorrenza, sia per l’igiene sia per prenderci cura del corpo e nei casi più gravi basta una telefonata al 118 che il pochi minuti veniamo soccorsi.
Siamo veramente equipaggiati e formati e sappiamo come agire nella cura del corpo, ma quando il semaforo rosso si illumina per il nostro spirito, per la nostra mente?
Un grido di allarme:
Sono incredibilmente poche le persone che si prendono cura del proprio stato emotivo.
Manca una educazione da piccoli a prendersi cura della propria interiorità, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, delle luminose intuizioni, delle sensazioni interiori espresse attraverso la sensibilità del nostro corpo, dello stress che ci ammala.
Moltissime persone tengono tutto nascosto dentro, trattengono, non esprimono ciò che realmente e spontaneamente provano, sentono.
L’energia emozionale, automatica, spontanea, involontaria che si libera nel corpo, proprio perché abbisogna di essere fatta fuoriuscire ed espressa per non danneggiare il corpo, la mente e lo spirito, viene da molti e spesso per una errata educazione ricevuta, volontariamente trattenuta, bloccata, frenata.
Così facendo invertiamo la naturale direzione di risalita delle energia emozionale verso l’esterno, proprio perché fuoriesca e si disperda nell’ambiente attorno a noi. Quando blocchiamo le nostre emozioni questa energia emozionale ritorna pericolosamente indietro per ridiscendere nella direzione del nostro interno, andando in tal modo a squilibrare precisi apparati bersaglio del nostro organismo.
Sono solito a fare questo esempio: l’energia emozionale ha la stessa potenza di pressione dell’aria che gonfia un palloncino. Per sgonfiare quel palloncino occorre liberare all’esterno quella tensione, quella pressione che preme sulle pareti del palloncino gonfiandolo. Ora prova ad immaginare quella pressione energetica, potente e stabile, sul tuo fegato o sul tuo stomaco: crea uno squilibrio, un affaticamento, un super lavoro in più non necessario e invalidante. Alla lunga quell’organo comincia a soffrire fino ad ammalarsi. La pressione sull’organo si diffonde attorno ad esso, andando a produrre una tensione sui muscoli ed il tessuto connettivo limitrofi a quell’organo e quei muscoli si contraggono, fino a produrre dolorosi Trigger Points, limitano la tua capacità di movimento articolare, e sentii dolori nel tuo corpo. Quella pressione energetica emozionale può indirizzarsi verso la tua mente, trasformandosi in un pensiero fisso che ti tormenta e si ripresenta e ti appesantisce la testa, rendendo iperattiva la tua mente, creando tensioni sui muscoli cervicali e procurandoti fastidiosi mal di testa. Oppure quella pressione energetica emozionale colpisce il tuo spirito facendoti sentire quel peso interno che non sai chiamare per nome ma è così pensante, a volte come un macigno, ti accompagna ovunque, ti deprime e ti toglie energia vitale, solarità, sorriso, ti chiudi in te stesso, perdi la voglia di uscire, di relazionarti.
Abbiamo ricevuto una corretta educazione nel gestire le nostre emozioni?
Purtroppo per molti di noi, fin da piccoli, mamma e papà e anche certi nostri educatori hanno instillato un senso di vergogna, di timore nel manifestare le nostre emozioni. Quante volte ci hanno fatto vergognare per uno nostro comportamento, ci hanno castigati per avere espresso qualcosa che veniva naturale ed era in sintonia col nostro sentire e la nostra personalità, chiamandolo semplicemente un capriccio o non opportuno. Ci hanno detto che dovevamo comportarci da “più grandi” e lasciare certi atteggiamenti da bambini. Oggi abbiamo messo una velo alla nostra sensibilità emotiva per nasconderla agli altri, abbiamo paura di manifestare le nostre emozioni temendo di suscitare una reazione negativa nell’altro, ci hanno educato a trattenere, nascondere, non manifestare a anno anche della nostra autenticità. Molti uomini, perché maschi, temono di esprimere le proprie emozioni per non essere giudicati delle femminucce.
Eppure nel corso della nostra storia emozionale, ci sono certamente state delle ferite profonde, dei traumi, pensiamo alla ferita di abbandono, di giudizio, umiliazione, rifiuto, ingiustizia, tradimento fino al sopruso. Queste ferite albergano dentro di noi e condizionano i nostri comportamenti emozionali.
Per fortuna possediamo un organismo saggio, gestito da una intelligenza inconscia. Molte di queste ferite le ha curate la nostra intelligenza innata interiore, a nostra insaputa, alcune, le più gravi, le ha nascoste nel magazzino del nostro subconscio per tutelare il nostro equilibrio emotivo e preservare la nostra sopravvivenza vitale.
A molte persone a cui ho chiesto di prendersi cura della propria vita emozionale mi hanno risposto: “come si fa?”. A pochi è stato insegnato come prendersi cura della nostra interiorità, delle nostre emozioni. A troppo poche persone è stata insegnata l’igiene dei pensieri, la dieta da immagini, simboli, archetipi, in altre parole da tutto ciò che vediamo, leggiamo, ascoltiamo per televisione, al cinema, in internet, per strada, nei giornali, nei testi delle canzoni accompagnate da musiche emozionali, cose tutte che inconsciamente e subliminalmente possono destabilizzarci e programmarci, lavorando sulle nostre emozioni.
Raramente siamo stati educati a gestire le nostre emozioni, senza trattenerle e senza rinunciare alla nostra autenticità.
Dobbiamo riempire questo gap, questo vuoto.
Non possiamo prenderci cura del corpo senza prenderci cura delle nostre emozioni.
Le emozioni fanno parte di noi e non sono separabili dal corpo, semplicemente perché siamo un tutt’uno.
Perché allora abbiamo ricevuto una sufficiente educazione nel prenderci cura del corpo e della sua igiene e siamo così carenti nell’impartire una educazione corretta nella cura delle emozioni, della mente e dello spirito?
La cura della mente oggi è stata ridotta a una sfera della mente, quella conscia e razionale , ma abbiamo posto nell’oblio la mente inconscia ed emozionale. Prenderci cura della mente significa, leggere, studiare, informarci, curare la memoria, la capacità intellettuale e critica. La nostra psiche è molto di più! Proviamo a pensare: quando ci è stato impartita una educazione nel gestire e utilizzare tutte le potenzialità delle nostre emozioni, sensazioni, intuizioni, capacità artistiche e talenti?
Le persone che si rivolgono al mio studio per un massaggio, spesso vengono per un dolorino qua e là, per migliorare il loro benessere, ma non collegano quasi mai quel dolorino o quella contrattura ad uno stress emotivo. Molte persone non conoscono la potenza della Kinesiologia nel migliorare il benessere del proprio stato emotivo, né hanno fatto esperienza di quanto la nostra vita può in tutti i suoi settori (relazionale, lavorativo, interiore, progettuale, sentimentale) migliorare notevolmente.
Mi domando perché passare anni della nostra vita senza prenderci cura della più potente risorsa nel realizzare il nostro vero progetto di vita: la nostra vita emozionale. Quando non ci prendiamo cura delle nostre emozioni queste ci condizionano e ci limitano nella nostra libertà di essere e nella nostra evoluzione personale.
Quante volte vogliamo fare qualcosa, ma dentro di noi ci sentiamo impediti, bloccati.
Molti di noi si sforzano nel realizzare i propri progetti di vita, si impongono doveri, sacrifici, ci mettono impegno con un enorme dispendio di forze, denaro ed energia, tralasciando perfino le proprie fondamentali esigenze. Che cos’è questa fatica, questa lotta? Sono i nostri fantasmi interiori, le nostre ferite emozionali limitanti che condizionano i nostri stati d’animo e ci rallentano nel raggiungere i nostri obiettivi: dico di fare una cosa e mi trovo a fare il suo contrario.
Eppure i nostri educatori ci hanno insegnato che per raggiungere qualcosa bisogna metterci impegno, bisogna sacrificarci. In realtà una persona in equilibrio emozionale trova al contrario “piacere”, soddisfazione nel realizzarsi.
Al contrario, quando le nostre emozioni sono in armonia con noi stessi, tutto diventa più facile, piacevole, spontaneo, non faticoso, sembra il vento sia a nostro favore e non ci soffi più contro. Quante volte abbiamo provato questa facilità e velocità nel realizzare i nostri progetti, ma forse non ci siamo mai chiesti perché ci accadeva questo: il nostro equilibrio emozionale era forte!
Ma cosa succede nella realtà?
Se uno ha una gamba rotta, lo assistiamo, lo portiamo a fare i raggi, gli diciamo fermati e prenditi tempo per curarti, poi riprenderai i tuoi doveri. Ma se uno ha una ferita emozionale, gli diciamo: “datti una mossa, lascia stare le tue fantasie, rimettiti a lavorare per non pensare”.
Non c’è attenzione, non c’è cura, anzi aumentiamo nella persona la difficoltà emozionale facendo sentire quella persona giudicata, derisa, la consigliamo nel mettere a tacere tutto per dimostrarsi forte e mostrare carattere. Quella persona tende a sdoppiarsi e a sopprimere le sue emozioni reprimendole e chiudendole dentro un cassetto. Così facendo quella ferita emozionare rimane irrisolta, permane dentro e continuerà a condizionare, a volte in modo pesante, la nostra vita, le nostre scelte, la nostra libertà.
Ho lanciato un sasso nello stagno, pensiamoci.
Riprendiamoci la cura delle nostre emozioni. Non esistono emozioni cattive o buone, ma solo emozioni che hanno qualcosa da dirci per migliorare la nostra vita e liberarla.
Libera le tue emozioni per liberare la tua vita.
Impariamo a fare meditazione, ad ascoltarci dentro senza giudizio, a lasciare emergere ogni cosa, anche la più oscura con perdono e gratitudine. Scopriamo cosa può fare la Kinesiologia per la nostra salute emozionale e mentale. Scopriamo il massaggio emozionale per liberare le emozioni dolorose e nascoste, le memorie che abbiamo impresso dentro di noi. Prendiamoci cura della energia emozionale nel lasciarla andare, per sgonfiare la pressione dei nostri colorati palloncini o per investirla nei nostri progetti, nelle nostre relazioni, nella nostra professionalità, nella nostra famiglia.
Per ogni domanda sono a vostra disposizione, mi piacerebbe che continuassimo insieme ad approfondire questo importante tema.